“L'artista nel suo interno è il più esposto al vento del rinnovamento”"

A proposito di noi…

"Un'opera d'arte è soprattutto un'avventura della mente." -  Eugène Ionesco

Benvenuti nella “bottega” di Michele Biondi di Giubbino!

In questo sito, la sua bottega è aperta, rimanendo com’era sempre la sua, a suo tempo, quando era tra noi.  Aperta ai giovani artisti  sopra tutto, con cui amava condividere la sua esperienza, Michele era completamente innamorato del suo mestiere. In quest’ottica possiamo dire che avrebbe aderito alla definizione di  Simone Casu  “L’artista, non è solo un intellettuale come il filosofo, ma è anche un artigiano e solo lui può realizzare l’opera d’arte perché per farla "vivere" ha bisogno del suo tratto, della sua scalpellata, della sua "energia" (1998)

Michele Biondi di Giubbino era un artista libero da ogni vincolo, alla ricerca continua di nuovi esperimenti artistici, scegliendo strade non facili. Viveva e lavorava in contatto con la gente comune (ispiratori e modelli di molti suoi quadri e sculture). Diceva di se stesso: " m'interessa l’arte antica, m'interessa l’avanguardia ma prediligo il mio modo di essere” e ancora “a volte posso cadere nel classicismo o nel barocco, posso essere naturalista o surreale, le mie immagini e la mia tecnica non sono chiuse in un ruolo ben definito"

Michele era sempre alla ricerca del “nuovo” , uomo curioso e aperto, egli riteneva che l'arte era: “un percorso di ricerca, la pratica artistica come metodo di conoscenza che entra in profondità nei processi creativi e così da vita ad opere che rivelano una relazione e una tensione tra la materia e il pensiero.”  Studioso di Michelangelo ne ha tratto tecniche e ispirazioni scultoree fin dalla sua gioventù e sarà il suo costante punto di riferimento.

Invece la sua predilezione per il Caravaggio si ritrova nella sua pittura.  Della sua frequentazione giovanile della  “bottega” di Gemito, a Napoli nel 1928 “rimane una forte emergenza oggettiva libera dalle soluzioni classicistiche fino all’audacia dell’esploratore che entra in un territorio dove con distacco ironico sperimenta l’esperienza stilistica nuova e provocatoria” (Gualtiero Da Vià in L’Osservatore Romano 20 ottobre 1972 in occasione della mostra a Palazzo Braschi).  A sostegno di questa tesi egli stesso affermava: “A me piace sviluppare temi, motivi e tecniche che non costituiscono storie in senso limitatamente culturali”.

P. Antonuccio già nel 1933 lo definì  artista versatile: “È sempre inquieto, non ha sosta, come inquieta è la sua arte, che non ha sosta nella sua ricerca. Egli non vuole essere completo e così dall’inchiostro passa all’acquarello, dall’olio alla tempera, dalla incisione alla scultura sempre nei limiti di una coerenza  in un artista versatile” .  E in questa bottega virtuale siamo a proporvi le sue opere versatili immortalate e sparse per il mondo e nelle collezioni private.


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